giovedì 9 maggio 2024

Iperwriters - Schiavi e padroni

Photo: Ian Simmonds on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 46 - Schiavi e padroni

Venerdì, ore 13. Vorrei avere ancora un lavoro come Segreti di donne. Purtroppo, l'intero settore della pornografia a fumetti era una realtà in declino, avviata a spegnersi più o meno dolcemente.
Penso che nel mondo contemporaneo (e tengo a sottolineare il corsivo) la pornografia professionale sia un ottimo lavoro. Specialmente se si lavora nel porno con la mente, per quanto anche usare il corpo sia un'attività rispettabile e in certi casi fortunata. Ma creare e vendere pornografia può essere uno dei modi per sfuggire a quel servaggio che è fato ineludibile di chi nasce nelle classi che ho sentito definire subalterne. Un lavoratore/lavoratrice con famiglia è uno schiavo a vita. Se si è destinati a essere lavoratori/lavoratrici è preferibile lavorare nel porno.
Se avessi avuto in gioventù un capitale per iniziare un'attività, forse avrei fatto editoria o film porno, o avrei creato un'azienda di giocattoli erotici. Alcuni pornografi, come Larry Flynt o Bob Guccione, hanno avuto molta fortuna e sono stati fra le persone più libere del pianeta. Io ero solo un'artigiana alla catena di montaggio (niente doppi sensi, non osate sogghignare), ma era sempre meglio così che archiviare pratiche o essere lo zimbello di allievi trogloditi o pulire cessi.
A proposito di schiavi e padroni.
Non avevo certo abbandonato le mie ambizioni, e pur se l'editoria da edicola mi era ancora preclusa pensavo sempre a quella da libreria, pur se la vivevo sempre una nave aliena che mi atterra davanti mentre sono sprovvista di un traduttore simultaneo.
Pertanto dedicavo la prima parte del mio mese lavorativo a Segreti di donne, e l'altra metà a un nuovo progetto: un thriller da ambientare nel nuovo mondo nato con la rivoluzione sessuale, fra locali e inserzioni erotiche, e una fauna umana sempre arrapata e sempre a battere, in cerca del Grande Amore.
E poiché la fiction sul masochismo femminile mi ha sempre procurato disagio e irritazione (la fiction, voglio dire, non la pratica, perché tutti i gusti, come dice il marchese de Sade, nascono da un principio di delicatezza), e poiché amo invertire tutto quello che è invertibile, anche l'inversione stessa, lavoravo sull'idea di una dominatrice e uno schiavo.
Il titolo, in origine, era Schiavo cerca padrona.

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