mercoledì 30 agosto 2023

Festival Torre Crawford - 1, 2, 3 settembre 2023

Illustrazione di Roberta Guardascione

Torna il Festival Torre Crawford
San Nicola Arcella (Cosenza), 1-2-3 settembre 2023

Gli eventi
Per il quarto anno consecutivo, il Festival Torre Crawford organizzato da Torre Crawford APS porta a San Nicola Arcella (Cosenza) un fine-settimana di eventi letterari fuori dagli schemi, ispirato a Francis Marion Crawford, anticonformista romanziere americano nato in Italia, che tra XIX e XX secolo proprio qui scrisse molte sue opere, nella torre che ora porta il suo nome. Gli eventi, tutti a ingresso libero, si svolgono al Belvedere di San Nicola Arcella (sabato 2, ore 19.30) e presso il Caffè Le Mele (venerdì 1 ore 19,00, sabato 2 e domenica 3 ore 18.00, via Nazionale 48).
Sotto il programma completo.

"Uomo in mare!", illustrazione di Roberta Guardascione

Gli ospiti
Partecipa al Festival Pasquale Ruju, scrittore e sceneggiatore, che parla delle sue esperienze come autore di fumetti italiani di culto quali Tex e Dylan Dog, e del romanzo a più mani Youthless-Fiori di strada (Harper Collins). da lui scritto insieme a Massimo Carlotto e altri. Valentina Di Rienzo, rivelazione della narrativa noir, presenta il suo L’esigenza di uccidere (Morellini). E non manca Marco Marinoni, che fa tappa al Festival con il tour per il nuovo giallo L’origine del male (Mursia). Anche quest’anno gli eventi sono condotti dallo scrittore Andrea Carlo Cappi, noto per la sua carriera trentennale come autore di thriller, ma anche di storie di eroi dei fumetti come Martin Mystère e Diabolik.

"Torre Crawford", illustrazione di Roberta Guardascione

Il Premio e l’antologia
Sabato 2 settembre alle 19.30 al Belvedere di San Nicola Arcella (ingresso libero) avrà luogo la cerimonia del Premio Torre Crawford 2023, con la presentazione dell’antologia annuale: Uomo in mare! (edita da Torre Crawford APS) contenente l’omonimo romanzo breve di F. M. Crawford in una nuova traduzione del curatore A. C. Cappi; il racconto Il sogno dello squalo del maestro italiano dell’avventura Stefano Di Marino e le storie inedite selezionate al concorso letterario di quest’anno. Saranno assegnati il Premio Torre Crawford, così come il premio “E io lo dico a Pinketts!” e il premio “Il Prof”, in memoria rispettivamente degli scrittori Andrea G. Pinketts e Stefano Di Marino.

"Under Water", illustrazione di Roberta Guardascione

Il programma

Venerdì 1 settembre
-ore 19.00 Caffè Le Mele (v. Nazionale 48, San Nicola Arcella)
Presentazione del Festival Torre Crawford 2023
con Andrea Carlo Cappi e gli organizzatori

Sabato 2 settembre
ore 18.00, Caffè Le Mele (v. Nazionale 48, San Nicola Arcella)
-Pasquale Ruju presenta il romanzo Youthless-Fiori di strada (Harper Collins) di Carlotto-Rinaldi-Acciai-Ruju-Torre
-Valentina di Rienzo presenta il suo romanzo L’esigenza di uccidere (Morellini)
ore 19.30, Belvedere di San Nicola Arcella
-Cerimonia del Premio Torre Crawford, con i vincitori; partecipano Valentina Di Rienzo, Marco Marinoni, Pasquale Ruju. Presentazione dell'antologia Uomo in mare! a cura di A. C. Cappi (Torre Crawford APS)

Domenica 3 settembre
ore 18.00, Caffè Le Mele (v. Nazionale 48, San Nicola Arcella)
-Marco Marinoni presenta il suo romanzo L’origine del male (Mursia)
-Miti del fumetto italiano: incontro con Pasquale Ruju e Andrea Carlo Cappi
ore 21.00 Belvedere di San Nicola Arcella
-Tributo a Pino Daniele con Vai Mo' Band

Illustrazione di Roberta Guardascione


venerdì 25 agosto 2023

Iperwriters - Stress professionale

Photo: Venti Views on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 28 - Stress professionale

Venerdì, ore 13.
Sono, come dicevo, nel ghetto dei fumettisti, circondata da meravigliosi artisti tanto al di sopra di me. Da non crederci, vero? Oggi che il fumetto popolare boccheggia come un pesce nella plastica, oggi che esiste solo il fumetto d'arte di nicchia o d'élite, pare che stia parlando del Giurassico. Eppure.
Ero un'artigiacana, un falegname di parole e immagini.
Non mi ha consolata, in seguito, vedere quelle stesse persone che avevano preso un albo a fumetti con due dita e subito lo avevano posato, per manifestare in quanto poco conto lo tenessero, convertirsi al culto di questa o quella testata di comics. Né veder arrivare seconde e terze ondate di sceneggiatori, perché erano sempre più sottopagati e di conseguenza sarebbero stati ridotti anche i miei guadagni. Né vedere sorgere scuole su scuole di fumetto mentre l'editoria, la sola che poteva garantire compensi dignitosi, si restringeva come un calzino in modo inversamente proporzionale.
Come creare spazio per gli acculturati di massa? Rendendoli dilettanti, cioè artisti. Ora, gli artisti hanno il tormento e l'estasi. Gli artigiani, che sono professionisti, hanno soltanto lo stress. Scrivere per vivere è un lavoro logorante. Cominciavo a sperimentare crisi di saturazione, e uno dei miei metodi per superarle era cambiare. Una nuova proposta, una nuova collaborazione mi ricaricavano.
Gli artisti (e anche tutti gli altri) mi chiedevano: Come fai a fare tante cose diverse? Come fai a passare da Topolino a Oltretomba e Terror (testate horror della Ediperiodici per cui stavo cominciando a scrivere)? Non sapevano spiegarselo, e quello che non si spiega non esiste. Io cercavo di spiegarlo dicendo: "È il mio lavoro."
Ma questa pluralità immaginaria, questa capacità di suonare diversi strumenti, la comprende solo chi, come me, è pourri (per usare un'espressione francese), marcio di fiction.
Credevo che essere poliedrici fosse un merito da ricercare e utilizzare. Mi sbagliavo. Era richiesta un'unica storia, un'unica voce, un unico stile. Specializzarsi in un unico genere e in un unico modo di scriverlo, badando bene a ricercare una routine (ma fingendo originalità), evitando quelle variazioni che rendono sopportabile una narrativa già omologata fino alla nausea.
Niente poliedri, troppa fatica leggerli. Una lastra piatta cancellabile.

venerdì 11 agosto 2023

Iperwriters - Artisti e artigiacani

Photo: Anil Reddy on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 27 - Artisti e artigiacani

Venerdì, ore 13. Come ho detto sceneggiavo di tutto, o quasi. Ma qual era la mia posizione sociale, o come socializzavo il mio lavoro, che poi è la stessa cosa? La risposta è semplice e prevedibile per chi mi conosce bene: non avevo nessuna posizione.
Intendo che restavo unica e gli altri mi giravano intorno senza partecipare della mia dimensione. Frequentavo un ambiente di radical chic che mi sottovalutavano e mi trattavano con sufficienza, falsa cortesia, curiosità maliziosa, e sempre come un'eccentrica, a volte irritante e a volte divertente. Alcuni avrebbero voluto cimentarsi nella sceneggiatura, ma solo per un periodo limitato di tempo. Nessuno, nessuno, nessuno di loro avrebbe mai svolto questo lavoro in via prioritaria e definitiva. Avevano altro a cui mirare. Master all'estero, giornali a cui accedevano con sconcertante facilità, carriere universitarie che parevano preparate da sempre. I meno ricchi di famiglia aspiravano comunque a uno stipendio sicuro e regolare.
Nella prima parte degli anni '80 il fumetto era veramente un ghetto. Potete valutare voi stessi da questa scena: sono su un autobus, con un disegnatore che lavora per il mio stesso studio, e parlando delle motivazioni che lo hanno portato lì dice: "Lo faccio per non andare in fabbrica". Queste parole mi si sono stampate in mente, perché anch'io lo facevo per non andare dove volevano gli altri.
Ma certo! Da che mondo è mondo ci si riscatta dalle caste subalterne solo con l'arte della boxe, o con l'arte e basta. Ma non era arte, quella che facevamo noi fumettari. Il mondo non era più quello che doveva essere da che mondo è mondo.
Nella mia città, in Italia, in Europa, in Occidente tutti stanno diventando artisti. Tutti scrivono, dipingono, fanno teatro, cinema, poesia, danza, recitazione e tutto quello che le povere Muse (mai così tanto al servizio di così tanti) possono ispirare. E tutti questi artisti, aerei e rarefatti, sono in alto, tanto tanto più in alto di me.
Io sono un'artigiana, anzi un'artigiacana.
Avevo creduto che il fumetto fosse narrazione, e la narrazione fosse propedeutica ad altre forme di espressione artistica. Mi sbagliavo.
Tutti quegli artisti erano “sperimentali” e snaturavano cinema e poesia, frantumavano il teatro, vaporizzavano la letteratura.
Distruggevano la narrazione.