giovedì 8 agosto 2019

Quando l'uomo fa il mestiere del diavolo



Intervista di Gigi Montero ad Andrea Carlo Cappi
(Da "Cronaca vera", 23/7/2019)


Nella stessa estate in cui l'uomo mise piede sulla Luna e 400.000 giovani si radunarono al Woodstock Festival, la notte tra l'8 e il 9 agosto 1969 Bel Air, quartiere di lusso di Los Angeles, fu teatro di un orribile massacro: l'assassinio dell'attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, incinta di otto mesi, e di altre quattro persone nella villa in Cielo Drive 10050. Polanski scampò alla strage perché in quei giorni era in Inghilterra a preparare un nuovo film, che abbandonò per tornare negli USA appena ebbe la notizia.
La brutalità degli omicidi, le scritte tracciate col sangue sulle pareti e il fatto che l'anno prima il regista avesse avuto successo con un horror demoniaco, “Rosemary's Baby”, fecero pensare all'orrido rito di una setta satanica.
La sera del 10 agosto furono commessi altri omicidi analoghi: i coniugi La Bianca vennero trucidati nella loro casa in Waverly Drive 3301. Il diavolo si era scatenato a Los Angeles? La soluzione fu molto diversa, ma non meno spaventosa. 
Cinquant'anni dopo, i delitti di Bel Air del 1969 sono rievocati sia nel film di Quentin Tarantino “C'era una volta... a Hollywood”, sia nel romanzo “Martin Mystère – Il mestiere del diavolo” di Andrea Carlo Cappi, ora in edicola da Sergio Bonelli Editore.


Cosa c'entra il diavolo in questa storia? 
Nulla, anche se uno degli assassini di Sharon Tate, Tex Watson, dichiarò di fare “il mestiere del diavolo” e il loro mandante Charles Manson fu soprannominato “Satana” dalla stampa. La verità è che Manson si credeva un nuovo Gesù Cristo, pur essendo solo un pregiudicato che aveva raccolto intorno a sé un gruppo di giovani sbandati, “The Family”. Vivevano di droga e furti d'auto, in un ranch un tempo usato per girare western. 

Spahn, Ranch, già set cinematografico e rifugio di Manson nel 1969

Com'è passato agli omicidi? 
Voleva diventare una rockstar. Aveva convinto ad aiutarlo Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys, il quale incise una sua canzone e gli presentò un discografico, ma questi rifiutò di produrgli un album. Nel frattempo Manson ascoltava canzoni dei Beatles sotto l'effetto della droga, interpretandole come un invito a scatenare l'Apocalisse. In quegli anni di tensioni razziali, decise di assassinare ricchi bianchi incolpando attivisti neri, fino a provocare una guerra civile. Lui dava gli ordini e i suoi adepti, molti dei quali ragazze, diventavano angeli della morte. Aveva scelto la villa affittata dai Polanski in Cielo Drive perché fino a qualche mese prima ci abitava il discografico che lo aveva respinto. Scoperto e condannato, Manson morì ancora detenuto nel 2017. 

Charles Manson (rielaborazione di A. C. Cappi). Benché non abbia partecipato materialmente ai delitti, è divenuto una figura mediatica del Male, citata per mezzo secolo da artisti di ogni tipo.

Nel libro si racconta anche un altro caso, molto simile. 
Nel 1914 il celebre architetto americano Frank Lloyd Wright viveva in una proprietà nel Wisconsin, Taliesin, con il suo staff e la compagna Martha "Mamah" Borthwick. Il 15 agosto, mentre Wright era a Chicago per lavoro, il loro domestico Julian Carlton massacrò a colpi di scure la donna e i suoi due bambini, quindi diede fuoco alla casa: fece in tutto sette vittime, per poi avvelenarsi e morire dopo lunga agonia. Nessuno sa cos'abbia scatenato la sua furia. Nel romanzo immagino un collegamento tra le stragi di Taliesin e Bel Air. Martin Mystère, il “detective dell'impossibile” deve impedire che accada di nuovo. 


I romanzi con Martin Mystère, il personaggio nato nel 1982 nei fumetti di Alfredo Castelli, stanno avendo molto successo.
Con gli ultimi due, anch'essi usciti in edicola e ora in vendita online su shop.sergiobonelli.it, ho vinto il Premio Italia per il miglior romanzo fantasy italiano del 2017 e il Premio Atlantide per la miglior storia di Martin Mystère del 2018. Spero che "Il mestiere del diavolo" risulti altrettanto gradito ai lettori. 




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