venerdì 17 novembre 2017

Justice League: dopo l'alba



Recensione di Andrea Carlo Cappi

Il cinefumetto colpisce ancora. E il quinto episodio del ciclo del cosiddetto DC Extended Universe si mette in diretta concorrenza con i rivali del Marvel Cinematic Universe, chiamando in causa Joss Whedon (oltre che creatore della serie Buffy, già regista dei due film Marvel di The Avengers) subentrato in corso d'opera a Zack Snyder, che ha diretto il primo e secondo episodio, e parte di questo. Il sospetto è che ciò sia avvenuto per evitare che il nuovo film prendesse la piega troppo complessa – e la lunghezza – di Batman vs. Superman – Dawn of Justice.
Rinviando a un prossimo articolo un riassunto delle puntate precedenti, posso dire che Justice League è un piacevole film di supereroi che, su una trama non originalissima, gioca soprattutto sul piacere di vedere tanti personaggi per la prima volta riuniti insieme sul grande schermo, con un pizzico di ironia. Non è al livello dei migliori film Marvel o DC di questi ultimi anni, ma un prodotto di piacevole intrattenimento che comincia a soddisfare le curiosità sollevate, appunto, dal secondo episodio.
Mentre il mondo è ancora in lutto per la morte di Clark Kent alias Superman (Henry Cavill), Bruce Wayne nei panni di Batman (Ben Affleck) affronta la minaccia di quelli che in seguito scoprirà chiamarsi Parademoni, strane creature umanoidi con ali di insetto che cominciano a infestare l'area di Gotham City, manifestando un particolare interesse per la StarLab, laboratorio ultratecnologico, al punto di sequestrarne elementi del personale.
Wayne intuisce che una minaccia aliena sia in arrivo e cerca di contattare gli altri metaumani sulla sua lista. Ma Arthur Curry alias Aquaman (Jason Momoa) sembra riluttante a lasciare i suoi territori preferiti sotto e sopra le acque, Atlantide e l'Islanda. Victor Stone (Ray Fisher) alias Cyborg ha troppi problemi ad accettare di essersi salvato da un incidente solo perché il padre, ingegnere alla StarLab, è riuscito ad applicare al suo corpo la tecnologia extraterrestre, producendo un ibrido uomo-macchina che stenta a comprendere la propria natura. Quanto a Barry Allen alias Flash (Ezra Miller), si sposta... velocemente qua e là per Coast City e non è facile da rintracciare.
La minaccia è costituita dal temibile Steppenwolf (no, non il romanzo di Herman Hesse, né la band di Born to Be Wild, bensì il malvagio condottiero dal pianeta Apokolips, creato dal grande Jack Kirby nella sua tappa fumettistica presso la DC Comics) che millenni prima ha tentato di sottomettere la Terra, ma è stato debellato e scacciato da una coalizione di umani, atilantidei, amazzoni, antichi dei e persino membri del Green Lantern Corps.
Ora però Steppenwolf attacca l'isola delle Amazzoni e recupera una delle tre illimitate fonti di energia che, riunite, lo rendono invincibile. Se si impadronirà di tutte e tre, sarà in grado di rendere la Terra un luogo orrido, come il suo pianeta di origine. Wonder Woman mette in guardia Batman e insieme a lui cerca di riunire la squadra in grado di difendere il pianeta. Certo, ci vorrebbe Superman alla loro testa, ma la sua salma riposa in una cassa in un cimitero del Kansas...
In questo supergruppo tutti sembrano avere i loro problemi, tranne Wonder Woman, che sta imparando a emergere dall'isolamento in cui si è rifugiata dopo la Grande Guerra. Ma Cyborg disapprova la scelta del padre di salvarlo; Aquaman non ha risolto i suoi rapporti con la madre e ha una propensione per i superalcolici che forse giustifica il suo abituale sarcasmo; il giovane ed entusiasta Flash ha il padre in galera, condannato (forse innocente) per l'omicidio della madre... quanto a Batman, si sa che colleziona sensi di colpa.
Ma a differenza di Dawn of Justice, dove prevalevano le atmosfere cupe, qui il tocco è più leggero, pur non raggiungendo l'umorismo graffiante del più brillante Suicide Squad. Nondimeno, il film raggiunge una notevole spettacolarità nelle scene belliche, in particolare nelle coreografie delle Amazzoni, e stuzzica con le promesse di sviluppi successivi, che come ormai abitudine si manifestano dopo i titoli di coda. La sfida con la Marvel è destinata a proseguire.


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