giovedì 24 luglio 2025

Iperwriters - Leopold

 


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 74 - Leopold

Venerdì, ore 13. Forse, quando ricevevo tanti rifiuti per Schiavo, il “fenomeno editoriale delle penne rosa shocking” non era ancora giunto a conoscenza dei direttori editoriali italiani. Come ho detto prima, non avevo finto di non scrivere un thriller ambientato nel mondo S&M. Anche non pornizzato, il libro puzzava troppo.
Cito da Jean Genet, che è sempre stato uno dei miei guru sulle vie della creatività: "Se il mio teatro puzza, è perché il vostro profuma". La letteratura italiacana profuma, profuma sempre, e tanto da nauseare. Profumi di marca e di gran classe. Profumi costosissimi. Avevo scelto di puzzare, sperando che mi capissero i pochi consapevoli che un corpo umano non deodorato e disinfestato puzza.
Ma c'era anche un'altra ragione che mi spingeva a tentare di proporre i masochisti come protagonisti e vittime, anziché farne dei traumatizzati da piccoli e pertanto serial killer da grandi. Probabilmente intendevo rendere una specie di omaggio subliminale a Leopold von Sacher Masoch. Poco letto e poco studiato qui da noi, probabilmente dagli stessi che si occupano con serietà e rispetto del povero D.A.F. de Sade.
Negli anni '70 traducevano e stampavano i suoi libri in Italia. Ne avevo alcuni. Di Masoch mi aveva colpita La madre santa (ristampato da ES nel 2013 con il titolo La madre di Dio), storia di una setta che adora una giovane come rappresentante di Dio in terra. Col tempo ne avrei colto tutte le suggestioni e i richiami storici, religiosi, culturali e antropologici. Dagli antichi culti della Madre con i relativi corpi sacerdotali maschili, passando per la cavalleria e la ricerca della Donna Segreta, le sette ereticali e le leggenda della Papessa, fino alle fiction moderne ambientate in comunità rurali di streghe (femminili o miste) in cui uomini vengono offerti in sacrificio per la fecondità della terra.
Scoprendo un grande scrittore, uno scrittore per tutti, con una sua collocazione nell'eternità dell'immaginario.
Davvero, Leopold è meritevole di ben altro che dare il nome a una “perversione”. Chi siamo noi, che provochiamo tanto dolore negli altri, per disprezzare uno che se lo procura da sé?
Non meritava certo di morire in manicomio (non si sa neppure quale manicomio, e quando sia morto). Come non lo meritavano tutti gli artisti vittime dell'universale bullismo umano e di una civiltà sempre più psicotica.

(Immagine: fotocappi)


venerdì 11 luglio 2025

Iperwriters - La carne si fa libro


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 73 - La carne si fa libro

Venerdì, ore 13. Nell'ultima parte del ventesimo secolo la parte dominante del corpo è il ventre. Tutto è riferito ai suoi organi fino a raggiungere una vera e propria ossessione del piacere e della carne. Cibo, sesso, vagine, e culo (femminile, poco di quello maschile) su nastro trasportatore. Carne su carne. Non si è mai vista tanta macelleria nei film. Bistecche che compaiono in tavola non appena il killer ha finito di maciullare la sua vittima.
Le scrittrici britanniche e americane, con una formazione ben diversa dalla mia, tentavano probabilmente di occupare territori di dominio esclusivo degli uomini: sesso e violenza. La loro poteva essere un'azione politica.
Il mio caso era diverso. Avevo scritto porno fin dagli anni '80, e con Schiavo e padrona avevo voluto ambientare un giallo italiano in una zona sociale relativamente sconosciuta. Puntavo, come sempre, sull'originalità.
Mi avevano sempre chiesto “come fai a”, intendendo: ... descrivere scene di sesso estremo che non pratichi... a meno che non lo pratichi? Provavo un sommo fastidio quando occhieggiavano e spiavano me e Max in cerca degli effluvi di Schiavo e padrona.
Come facevo a? Provo a spiegarmi. Intanto, per me la sessualità è un prisma in cui tutto quanto viene voluto dalle (e non imposto alle) persone è della stessa natura. Per me la maggioranza non pesa più delle minoranze. E per me, ma soltanto per me, l'immaginazione è ancora al potere.
Ciascuno combatte la sua guerra con le armi che ha e si sa che scandalizzare, in un'epoca in cui c'è moralismo ma non vera moralità, è un buon metodo per farsi ascoltare. Si usano frasi di forte impatto come un pugile che cerca di riscattarsi dalla miseria spaccando più facce che può.
Schiavo era abbastanza “scandaloso” anche non pornizzato, e non mi aspettavo che editori alla ricerca di nuovi thriller mi rispondessero col prestampato: Non rientra nella nostra linea editoriale.
Non facevo i conti con l'inflazione, con una certa assuefazione, e con la nuova ipocrisia che astutamente, pur continuando a scandalizzarsi, disinnescava lo scandalo fingendo di nulla.
In seguito avrei capito che quello che i grandi editori nella cui linea editoriale non rientravo volevano il sesso estremo, sì, ma estremamente raffinato e allusivo, appena speziato, che potesse solleticare le nari senza urtare in tutta la sua bagnata e disgustosa fisicità.

(Immagine: fotocappi)