venerdì 19 luglio 2024

Iperwriters - Viva Topolin

Photo: Anil Reddy on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 51 - Viva Topolin

Venerdì, ore 13. Torniamo al '91. Come ho detto, avevo già collaborato a Topolino. Da bambina, cantavo Viva Topolin e mi ero iscritta al Club di Topolino, facendo anche una discreta carriera: da socio semplice a qualcosa come ispettore generale. Inviavo le mie letterine ad Arnoldo Mondadori Editore, in Via Bianca di Savoia. Che tenerezza...
Non ricordo come e quando ho deciso di provare a collaborare direttamente con la testata, senza passare per agenzie. Conoscevo Massimo Marconi, caposervizio sceneggiature. Gli era piaciuto il mio lavoro. È tutto: avrei lavorato con lui per i successivi otto anni.
Ricordo che la prima storia firmata col mio nome, e non con la sigla d'agenzia, è stata Calamity Minni. Sulla mia pagina Wikipedia sono state elencate tutte, credo.
Non saprei calcolare il numero preciso di storie e di tavole che ho scritto per le testate Disney. Fra le novecento e le mille tavole, tra firmate e non.
La Disney Italia, in crescita negli anni '90, con una sede sua nel centro di Milano, sfornava nuove pubblicazioni e dava lavoro a moltissime persone. Per una sceneggiatrice freelance era quanto di più vicino possibile alla sicurezza e a un reddito garantito.
Ero quasi inserita in un'azienda. Gruppi di studio, aggiornamenti, incontri, conferenze. Dovevamo sapere tutto sulle nuove iniziative, sui film in uscita, su acquisizioni e licensing. Più aziendale di così.
Dev'essere stato nel '92 che ho partecipato al primo meeting Disney. Includeva i collaboratori esterni, con viaggio in aereo e ospitalità in albergo. La meta era nientemente che Eurodisney a Parigi. Peccato che quei tre giorni di giugno fossero i più freddi e piovosi di tutti i tempi.
Nelle ore libere ho visitato il parco con un collega, sotto una pioggia battente. Non ci sentivamo di fare la coda per le giostre più frequentate. Siamo entrati solo nella ghost house, che ricordo come fosse ieri.
Un ascensore circondato da scene campestri idilliache scendeva in un paesaggio che si faceva sempre più nero, paludoso e cimiteriale. Un vagoncino in viaggio fra ologrammi di fantasmi danzanti e svariati orrori. Gran finale: le nostre immagini circondate da mostri saltellanti sulle nostre teste e spalle. Come nella vita, ne avremmo ignorato l'esistenza, se un apposito specchio magico non li avesse resi visibili.
Complimenti ai progettisti, e viva Topolin.

venerdì 5 luglio 2024

Iperwriters - L'assassino nudo

Photo: Wendy Duble on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 50 - L'assassino nudo

Venerdì, ore 13. Scrivo Columbus Day nel '91: uscirà l'anno successivo. Ma non è il mio secondo giallo. E neppure il secondo giallo a essere pubblicato.
Facciamo un salto indietro, all'87. Il mio secondo giallo, dal titolo Assassinio all'Otto, non ha trovato collocazione su Il Giallo Mondadori. L'Otto è un raccordo stradale e pedonale con ascensore che collega la zona a mare e quella a monte. Non ricordo molto di quell'opera, a parte che avrei utilizzato il modus operandi e parte dell'intreccio per un lavoro successivo. E il movente, molto agatocristiano: l'assassina uccide l'amica che l'ha tradita. Non nell'amore, ma nell'amicizia che è più importante dell'amore... o almeno così si dice.
Il quotidiano il Lavoro mi aveva intervistata e collaboravo saltuariamente con quel giornale.
Mi commissionano un giallo a puntate per intrattenere i lettori durante i mesi estivi. Cinquanta puntate, da giugno.
Mi pare, se non ricordo male, di aver presentato un soggettone per approvazione. Ma sicuramente si sono fidati di me, perché hanno cominciato a pubblicare le puntate mentre ero in pieno corso d'opera. Avevo una serie di moduli da riempire con un limite di righe e caratteri. Abituata a sceneggiare, non ho avuto nessun problema. Forse consegnavo un lotto di puntate ogni settimana, non so. Ma ero soddisfatta, quando riuscivo a dosare la narrazione e chiudere efficamente ognia puntata.
L'idea era arrivata da una spiaggia di nudisti sulla riviera ligure frequentata da amici gay, che sarebbero diventati alcuni dei personaggi. Volevo esprimere la mia simpatia per i movimenti omosessuali, perché gli attivisti avevano coraggio ad esporsi nei tardi anni '80, senza l'ombrello del politically correct. E per i nudisti, che si si comportano in genere molto civilmente con le donne, trattandole con lo stesso garbo che se si trovassero in una sala da tè.
Il titolo era già lì ad aspettarmi: L'assassino nudo.
La spiaggia era stata oggetto di polemiche l'anno prima, ma lo scandalo sarebbe scoppiato un anno dopo. Uno scandalo bello grosso, con coinvolgimento delle autorità locali. L'avevo preannunciato, in qualche modo.
Mi sono davvero divertita.