venerdì 14 gennaio 2022

Iperwriters - Biodiversità invisibili: vecchiaia

Photo: Rinson Chory from Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. Ormai avrete capito che la nave Iperwriters non passa mai in perfetto orario. Non per elogio della lentezza, ma per vera lentezza. Il motivo è ovvio: siamo vecchi.
Ragioniamo perciò sulla prima biodiversità invisibile: i morti, che non vanno più in cielo, ma in un luogo cieco innominato ben recintato da invalicabili tabù. I morti (e dunque il pensiero dell'aldilà) non hanno più uno status sociale: esiste solo la vita in una perpetua tensione giovanile che si risolve bruscamente nel nulla.
Addio al tale, il talaltro ci ha lasciati. Non passa neppure un giorno, sui social sono finiti i like, si applaude ai funerali (finalmente Bill defunto non è più un problema?) ed è l'oblio.
I vecchi vengono appena prima dei morti nell'opera di rimozione culturale dello scorrere del tempo e della Storia. I vecchi, che nessuno ascolta e rispetta a meno che non abbiano fatto un lifting e non siano in televisione. Mentre si finge di proteggerli, non si vede l'ora che si tolgano dai piedi. E di fatto vengono trattati come il cavallo de La fattoria degli animali di Orwell, che dopo una vita spesa per il bene della comunità viene mandato al macello.
I vecchi quando diventano brutti, cioè in tutta l'evidenza della vecchiaia, non più competitivi sul mercato del sesso. I vecchi non più produttivi e utili, a cui si cerca di negare la ricompensa dovuta. I vecchi che credono ancora di avere dei diritti, malati terminali come in un film americano: la tua assicurazione non copre le spese!
Nel mondo contemporaneo presentificato ogni essere vivente nasce con una data di scadenza, come tutte le merci in vendita. Fra la data di scadenza sociale e quella naturale decisa dalla biologia e dal destino (la morte) si entra in una sorta di inferno laico dove si vaga in uno stato di marginalizzazione permanente.
E' come essere sparati verso la morte in una corsa ultrasonica, anche se tutto sembra immobile.
Diversa è la condizione di chi nasce vecchio, consapevole del cambiamento, dello scorrere del tempo e dei cicli storici, e di quanto sia innaturale l'attuale vuoto pneumatico.
Perché negare la morte e la premorte è negare la vita.
Noi di Iperwriters, vecchi ci siamo nati.

mercoledì 5 gennaio 2022

Diabolik, romanzo e film

 


Recensione di Alby Bottecchia

Clerville anni Sessanta: un misterioso quanto astuto e spietato ladro flagella la città da diversi mesi. Di lui non si conoscono né il nome né il volto solo un soprannome e un modus operandiDiabolik: un'ombra oscura e spietata che prende di mira i ricchi della città in modo sistematico, letale e inesorabile. L'ultima vittima designata del grande ladro è la bellissima Lady Kant, giovane nobildonna dall'oscuro passato e dal fascino ammaliante, proprietaria di un preziosissimo anello che fa gola al Re del Terrore (il soprannome di Diabolik presso l'opinione pubblica).
Quello che né il ladro né la ragazza possono sapere è che, proprio in occasione del tentativo di Diabolik di impadronirsi dell'anello con il Diamante Rosa, saranno destinati a incrociarsi e soprattutto a innamorarsi l'uno dell'altra. Il Re del Terrore, colpito non solo dal fascino ma anche dalla freddezza di Eva di fronte alla minaccia di morte,  ne rimarrà conquistato. E sarà proprio lei che lo aiuterà a uscire dai guai quando la situazione diverrà troppo complicata perché il grande ladro possa farlo da solo.
Infatti la sua nemesi, il tenace e implacabile ispettore Ginko della polizia di Clerville, grazie al supporto dell'attuale compagna di Diabolik, l'infermiera Elisabeth Gay, è riuscito a scovare uno dei rifugi dell'inafferrabile criminale e a tendergli una trappola. Solo la complicità e la perfetta intesa tra i due nuovi amanti consentirà a Diabolik di cavarsela ancora una volta, riuscendo nel contempo a liberare la bella Lady dalle sgradite attenzioni - e dal ricatto - del viceministro della Giustizia Giorgio Caron.
Tensione, romanticismo, azione e mistero per l'adattamento definitivo del fumetto creato nel 1962 da Angela e Luciana Giussani. Andrea Carlo Cappi rilegge in forma di romanzo l'avvincente film dei Manetti Bros (sia co-sceneggiatori che registi della pellicola, coadiuvati in fase di script da Michelangelo La Neve) con Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg RobotOld GuardMartin Edennel ruolo di Diabolik, Miriam Leone (Fratelli unici, Metti la nonna in freezer, Amore a domicilio) nei panni di Eva Kant e Valerio Mastandrea (Perfetti sconosciuti, Moschettieri del re - La penultima missione, Detective per caso) nei panni dell'ispettore Ginko.
Infilate il pugnale nel fodero, tirate su il cappuccio della tuta e mettetevi al volante della Jaguar E-Type Diabolik è tornato!
Swiisss!!